Programma d’azione sociale
Programma d’azione sociale
Programma comunitario valido per il periodo 1998-2000 nel quadro del processo di rinnovamento della politica sociale (v.) europea.
Il programma d’azione sociale traccia le linee guida per l’evoluzione della politica sociale che caratterizzerà la prossima fase dell’integrazione europea, delineando le azioni prioritarie che la Commissione si propone di seguire per il triennio 1998-2000. Ciò muovendo dalla considerazione che il progresso economico non può in alcun modo prescindere dal miglioramento della qualità della vita dei cittadini europei e incentrando l’intervento comunitario sulla strategia occupazionale definita dal Consiglio europeo di Lussemburgo.
Le priorità sono raggruppate in tre differenti capitoli: posti di lavoro, competenza e mobilità; il mondo del lavoro in mutamento; una società dell’inclusione.
La prima sezione riguarda le azioni dirette a contrastare la disoccupazione, attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro e la promozione della libera circolazione dei lavoratori (v.) all’interno della Comunità.
La strategia occupazionale si fonda sugli orientamenti in materia di occupazione (v.) delineati per il 1998, relativi al coordinamento dei piani d’azione nazionali (v. PAN) elaborati dagli Stati membri sui quattro pilastri dell’occupabilità, imprenditorialità, adattabilità e pari opportunità.
In questo contesto la Commissione si impegna ad assicurare una serie di interventi, da attuarsi in conformità agli accordi raggiunti durante i Consigli europei di Amsterdam e Lussemburgo.
Inoltre, allo scopo di rimuovere gli ostacoli che ancora si frappongono all’effettiva libera circolazione dei lavoratori, la Commissione presenterà una serie di proposte dirette all’aggiornamento dei principali testi legislativi in materia, adoperandosi al contempo a favorire lo sviluppo della rete EURES (v.).
Il secondo capitolo è incentrato sull’esigenza di adattare l’organizzazione del lavoro ai cambiamenti manifestatasi a seguito dell’evoluzione dei mercati, dello sviluppo della tecnologia e della crescente espansione del settore dei servizi.
Da ciò discende la necessità di esaminare le implicazioni sociali ed economiche dei mutamenti industriali in corso e di sviluppare ulteriormente la dimensione sociale della >società dell’informazione (v.), gettando contemporaneamente le basi per la creazione di luoghi di lavoro sicuri e salubri.
La lotta all’esclusione sociale, il sostegno al miglioramento dei sistemi europei di protezione sociale e la promozione del raggiungimento di un livello elevato di tutela sanitaria costituiscono i temi principali della terza parte del programma d’azione.
Il nuovo art. 13, aggiunto dal Trattato di Amsterdam, ha difatti fornito il fondamento giuridico necessario a rafforzare l’intervento comunitario in direzione della lotta all’esclusione e alle discriminazioni fondate sulla razza, il sesso, religione, l’origine etnica e gli handicap.
Programma comunitario valido per il periodo 1998-2000 nel quadro del processo di rinnovamento della politica sociale (v.) europea.
Il programma d’azione sociale traccia le linee guida per l’evoluzione della politica sociale che caratterizzerà la prossima fase dell’integrazione europea, delineando le azioni prioritarie che la Commissione si propone di seguire per il triennio 1998-2000. Ciò muovendo dalla considerazione che il progresso economico non può in alcun modo prescindere dal miglioramento della qualità della vita dei cittadini europei e incentrando l’intervento comunitario sulla strategia occupazionale definita dal Consiglio europeo di Lussemburgo.
Le priorità sono raggruppate in tre differenti capitoli: posti di lavoro, competenza e mobilità; il mondo del lavoro in mutamento; una società dell’inclusione.
La prima sezione riguarda le azioni dirette a contrastare la disoccupazione, attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro e la promozione della libera circolazione dei lavoratori (v.) all’interno della Comunità.
La strategia occupazionale si fonda sugli orientamenti in materia di occupazione (v.) delineati per il 1998, relativi al coordinamento dei piani d’azione nazionali (v. PAN) elaborati dagli Stati membri sui quattro pilastri dell’occupabilità, imprenditorialità, adattabilità e pari opportunità.
In questo contesto la Commissione si impegna ad assicurare una serie di interventi, da attuarsi in conformità agli accordi raggiunti durante i Consigli europei di Amsterdam e Lussemburgo.
Inoltre, allo scopo di rimuovere gli ostacoli che ancora si frappongono all’effettiva libera circolazione dei lavoratori, la Commissione presenterà una serie di proposte dirette all’aggiornamento dei principali testi legislativi in materia, adoperandosi al contempo a favorire lo sviluppo della rete EURES (v.).
Il secondo capitolo è incentrato sull’esigenza di adattare l’organizzazione del lavoro ai cambiamenti manifestatasi a seguito dell’evoluzione dei mercati, dello sviluppo della tecnologia e della crescente espansione del settore dei servizi.
Da ciò discende la necessità di esaminare le implicazioni sociali ed economiche dei mutamenti industriali in corso e di sviluppare ulteriormente la dimensione sociale della >società dell’informazione (v.), gettando contemporaneamente le basi per la creazione di luoghi di lavoro sicuri e salubri.
La lotta all’esclusione sociale, il sostegno al miglioramento dei sistemi europei di protezione sociale e la promozione del raggiungimento di un livello elevato di tutela sanitaria costituiscono i temi principali della terza parte del programma d’azione.
Il nuovo art. 13, aggiunto dal Trattato di Amsterdam, ha difatti fornito il fondamento giuridico necessario a rafforzare l’intervento comunitario in direzione della lotta all’esclusione e alle discriminazioni fondate sulla razza, il sesso, religione, l’origine etnica e gli handicap.